Il valore della ricerca filosofica tra progresso in avanti o permanenza. La scala di Wittgenstein

Giuseppe D'Acunto

Abstract


Wittgenstein, con la famosa immagine della scala, contenuta nella penultima proposizione del Tractatus, che è quella che viene appena prima della celebre sentenza finale, ci ha lasciato in eredità un problema ermeneutico, relativo alla natura della ricerca filosofica, di difficile risoluzione. Di primo acchito, l’obiettivo sembrerebbe collocato nella conquista di un luogo iperuranico fuori dal mondo. Ma le cose non stanno così a un’indagine più approfondita, dove si tenga conto di numerose altre sue affermazioni che si muovono in un senso decisamente opposto a quello precedente. Dall’esame di questi passi, risulta, infatti, che la vera fatica della ricerca filosofica consisterebbe nella conquista di quel luogo in cui da sempre già siamo: luogo che viene configurato come “corretto”, proprio perché implica la consapevolezza che esso è l’unico che veramente ci è dato. Per quanto riguarda l’immagine della scala, ne discende che essa, in Wittgenstein, sembra essere funzionale all’idea secondo cui la ricerca filosofica vive, piuttosto che di acquisizioni progressive in avanti, del gesto con cui si persiste nel considerare “sempre le stesse cose”.

 


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ISSN: 2281-3209                DOI Prefix: 10.7408

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