La χορεία come incantesimo. La creazione di consenso nelle "Leggi" di Platone

Julia Pfefferkorn

Abstract


Il presente contributo mette in evidenza come la costruzione del consenso sia fondamentale per la colonia che Platone teorizza nelle Leggi. Lo scopo del testo è di comprendere il nesso intrinseco tra la funzione che nel sistema sociale ed educativo viene attribuita alla danza mimetica e il concetto di ἐπῳδή (incantesimo) che sembra giocare un ruolo chiave nello Stato platonico. A partire da un’analisi delle basi politiche e filosofiche della fondazione della nuova colonia, che rivela l’importanza della persuasione dei cittadini al fine di unirli sotto la Legge, il saggio si concentra poi sul mezzo principale di persuasione qual è, appunto, l’ἐπῳδή, e sul suo triplice impiego positivo. Dal momento che, nel suo impiego primario, quello pedagogico, Platone non si serve del concetto nel significato antico dell’esercitare influenza sugli dei, si rende necessaria una giustificazione del suo uso da parte del filosofo. Essa si ritrova nell’effetto reale che l’incantesimo esercita non più sugli dei ma in modo analogo sull’anima dei cittadini. In questo preciso punto si colloca l’intreccio tra l’ἐπῳδή e la danza mimetica che include attivamente tutti i cittadini nella rappresentazione della virtù, in particolare della temperanza, e che crea nelle anime una vera e propria συμφωνία quale base del consenso sociale. Il testo chiude con alcune osservazioni sul valore che il progetto platonico potrebbe avere per la società odierna.


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ISSN: 2281-3209                DOI Prefix: 10.7408

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